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Cultura

L'animismo e l'opera quotidiana


Un forte animismo caratterizza la cultura del Borgo, legata agli Antichi dei, di cui i suoi abitanti credono di trovare il segno in attività pratiche che svolgono quotidianamente. Essi sono certi che ogni aspetto della natura sia pervaso dallo spirito degli Antichi: la natura pertanto è sacra e la sua difesa un dovere del Borgo, che la interpreta, calandola nella pratica quotidiana.
Il Borgo non persegue un potere soprannaturale, non ha convinzioni mistiche ma spirituali: il rapporto dei suoi abitanti col soprannaturale è l`interpretazione, non la mediazione di quel potere, ed essa avviene in qualsiasi gesto della loro giornata compreso l`addestramento del corpo e della mente alla caccia e all’uso dell’arco, vissuto come una danza di bellezza, come una perfezione al cui raggiungimento non c`è mai fine, e che non può prescindere dall`armonia coi Fratelli e con gli animali il segno evoluto della natura.  Allo stesso modo qualsiasi forma d'artigianato, strettamente legata alla conoscenza della natura e al simbolismo in essa nascosto viene vissuta come una ricerca di perfezione.
Il  rispetto della natura, la tutela della stessa, il vivere inseriti nel suo continuo e potente spettacolo rende lo zaffiro parte di un universo fatto di dimensioni collegate nel grande  cerchio del creato la cui armonia insegue  attraverso la vita nomade, la fratellanza a carattere tribale, la cultura equestre e le armi praticate come ricerca costante del compimento di un arte ma anche semplicemente l'affrontare i disagi di una vita nomade, dura e difficile ma libera.

Il Borgo dei cacciatori intravede negli elementi della natura l'essenza di tutte le cose. Considera centrale nella definizione dello spirito dell'uomo, la sua appartenza al Ghiaccio o al Fuoco. Secondo il Borgo dei cacciatori in ogni uomo c'è una prevalenza di questi due "spiriti del mondo": la natura dell'uomo risponde alla natura stessa del mondo.

La sciarpa


Gli abitanti del Borgo indossano una sciarpa che è il loro tratto distintivo e ne distingue la divisione in una delle stagioni della vita in cui sono riconosciuti dagli altri: Giovani,Maturi,Vecchi. I bambini sono chiamati cuccioli e ci sono anche individui particolari, che donano amicizia al Borgo ma non ne seguono la via, chiamati amici.

Gli animali

Gli animali hanno un ruolo essenziale del Borgo: ogni animale possiede una virtù che i Padri in esso hanno incarnato. La caccia è un rituale che fa parte del ciclo stesso della vita. I cacciatori non cacciano cuccioli e rispettano la stagione degli accoppiamenti e del tardo inverno così come della tarda estate durante la quale le femmine di qualsiasi specie non sono cacciabili, in quanto madri che figliano e allattano. La caccia è un ancestrale rito di unione del cerchio della vita e gli animali rappresentano una conquista necessaria alla sopravvivenza che va compiuta secondo le leggi di natura.
I cacciatori distinguono tra gli animali selvatici e quelli domestici.

Ogni uomo avverte un`affinità con una razza animale che spesso considera il suo spirito guida, e l`apparizione di quell`animale in un sogno o nella vita quotidiana spesso lo convince di un segno dal cielo. Da questa scelta sono esclusi lince, lupo, orso. Questi tre grandi predatori sono scelti nel passaggio a vecchio, dopo la grande prova e si sommano al primo animale scelto. E' vietato cacciarli se non per difendersi da essi.
Il Borgo considera cavalli, cani, falchi e felini compagni di vita e moltissimi tra i cacciatori specializza nel loro allevamento. Gli animali sono compagni di caccia, di viaggio, di "ascolto" della natura.
Il cavallo che viene associato al vento, è il compagno degli spiriti più ribelli, spesso associato alla caccia e alla guerra con l'arco. I cavalli sono addestrati come animali essenziali in estate quando il rigidissimo clima del Nord consente di utilizzarli e accumulare le risorse per l'inverno.
Il cane accompagna i cacciatori, in una simbiosi dovuta anche al fatto che i cani sono compagni per il trasporto nei rigidissimi mesi invernali e anche per questo coloro che privilegiano la caccia come primaria arte della loro vita sono chiamati segugi. Associati alla terra essi sono sicuramente una delle primarie attività del borgo.
Gli uccelli da falconeria sono anch'essi compagni di via dei cacciatori, predatori di grande valore.

 

Grandi maestri dell'addestramento i Cacciatori di rado cedono i loro animali e quasi mai, se non in grande segno di amicizia, quelli selvatici e domati.

Orecchio che ricorda le storie

Colui che unisce

Artigianato, costumi e economia.

La produzione di utensili è una delle attività quotidiane del Borgo: tutti praticano una forma di artigianato anche i guerrieri. La concia e la lavorazione del legno sono tra le pratiche fondamentali nell'economia del Borgo. Utensili, come vasi, arrotolando spirali di  argilla bagnata, impilate una sull’altra, manipolate, lisciate e raschiate per rendere invisibili le giunture. I vasi vengono fatti asciugare e cotti sul fuoco, sono richiesti dai mercati locali e corteggiati dagli esportatori.

Le decorazioni sono un’arte molto diffusa: la pelle di daino, è considerata materiale di prestigio, morbida e adatta all’abbigliamento di base del Borgo.
Nel Borgo si usano pennelli di legno di pioppo masticato e ramoscelli di salice per applicare i colori, mescolati ad acqua e colla. Ottengono il nero dal legno bruciato, il verde dalle piante, il giallo da alcune bacche, il blu dallo sterco di anatra e da terre colorate presenti nella torbiera.

Altra pratica è la tessitura di ceste, utilizzando erbe, radici e fibre di corteccia. Stuoie in piva, borse e recipienti sono i prodotti più comuni utili come utensili alla vita della tribù ma anche per qualche pratica di baratto.

La corteccia di cedro viene utilizzata per ceste da cucina, dove bollire bacche e altri cibi. Altra decorazione piuttosto caratteristica sono gli aculei di porcospino: la carne di questo piccolo animale viene mangiata e le sue preziose corazze usate come decoro.

Caccia e pesca

La stagione della pesca dura dal 5° all’11° mese dell’anno. In questi periodi periodicamente i cacciatori si accostano ai fiumi. E' stata l'accoglienza di alcune Piovre tra i cacciatori a avvicinare questi anche alla pesca con gli stessi principi della caccia. Con lance e reti, essi sbarrano le correnti e dividono la pesca ricavata per tutto il Borgo.

Usano imbarcazioni chiamate canoe, imbarcazioni sottili, allungate e agili, aperte adatte a corso di fiumi e laghi, con correnti chiuse e placide. Esse sono costruite svuotando tronchi di cedro, utilizzando acqua calda per ammorbidire il legno e per dare forma desiderata. Essi vengono decorati e benedetti dalle preghiere della Voce degli antichi dei al primo varo.

La caccia è il principale mezzo di sostentamento della tribù. Assolutamente suggestiva è la caccia all'alce e quella della renna considerati riserve di vita.  Il borgo attende il passaggio degli animali nomadi e attendono il passaggio dell'animale e senza mai eccedere cacciano quanto possono, con le lance o con le frecce. In genere attirandoli in feritoie tra i monti o spazi chiusi.

I cacciatori cacciano in gruppo: oltre al bisonte, daini, cervi. Lupi, orsi elinci, sono intoccabili.

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